The Art of Opening the Batting

Facing the first ball of the match is equivalent to raising your hand in a math class to answer a question while a crowd stares and waits for you to make a mistake.

Smartphone

独家优惠奖金 100% 高达 1 BTC + 180 免费旋转




Vendetta

Quel giorno la luce al neon che illuminava la stanza degli interrogatori era difficile da sopportare. Robert Campbell chiuse gli occhi e si portò la sigaretta alla bocca. Fumava sempre prima di un interrogatorio, lo rilassava. Da un paio di notti non riusciva a chiudere occhio e i pensieri gli giravano per la testa come fantasmi irrequieti.

«Detective Campbell»

Riprese il contatto con la realtà.

«Detective Campbell, la signora Molly Thurmer è qui»

Robert si girò di scatto.

«Sì…Prego, fatela entrare»

La donna che attraversò la soglia della stanza assomigliava più ad uno spettro che a una persona in carne ed ossa. I lunghi capelli schiacciati sulla testa e ai lati del viso, le occhiaie e tutto il resto lasciavano intendere che anche lei non dormisse almeno da un paio di giorni. Robert le fece segno di accomodarsi e diede un’altra lunga boccata di fumo. Dio, non riusciva a guardarla negli occhi. Fece un respiro profondo e poi attaccò la solfa.

« Signora Thurmer, dove si trovava alle ventitré e trenta di giovedì scorso, ovvero due notti fa?»

Robert sentiva lo sguardo della donna su di sé.

«Ero a Phoenix…per un seminario di lavoro di tre giorni»

«Quand’è stata l’ultima volta che ha visto suo marito? In vita si intende»

«L’ho salutato per l’ultima volta appena prima di partire, mi aveva accompagnato all’aeroporto»

«Fu lei a trovare il corpo, non è vero?»

La donna annuì e attaccò a parlare con voce tremante, ma lui non stava più ascoltando. Non era molto professionale da parte sua, ma diavolo, che importanza potevano avere le sue parole? Mentre la donna parlava, Robert ripercorse con la mente la notte scorsa.

Le luci delle volanti all’ingresso della villetta lampeggiano mentre lui entra nell’atrio immersa nella penombra. Qualcuno lo saluta e si scusa per averlo svegliato nel cuore della notte, poi gli indica il piano superiore. Non ce n’è bisogno. I gradini di legno scricchiolano leggermente sotto le suole delle sue scarpe. Ad ogni passo il battito del cuore si fa più incalzante, la testa pulsa sempre di più, il respiro accelera. Conosce talmente bene quel posto che potrebbe percorrerlo ad occhi chiusi, ma non lo da a vedere. La prima stanza a destra, la camera da letto, è già ghermita di agenti e uomini della scientifica. Robert respira a fondo ed entra nella stanza. Il cuore, che fino a quel momento batteva con ritmo accelerato ora si ferma di colpo per una frazione di secondo. Tra il letto matrimoniale e la poltrona di pelle è steso il cadavere di un uomo sulla a quarantina. La vista del corpo senza vita di Berry Thurmer lo fa vacillare, ma si costringe a rimanere professionale. Il vecchio Berry, questa volta non sarebbe uscito dall’ennesimo pasticcio in cui si era cacciato. L’assassino aveva fatto un lavoro pulito, tre colpi di pistola in pieno petto. Nessuno schizzo di sangue sul muro, nessun segno di colluttazione, solo Berry Thurmer a terra in una piccola pozza color porpora ormai assorbita dalla moquette. Robert lo fissa per qualche istante, la testa è attraversata da mille pensieri. In tanti anni di carriera è la prima volta che si trova sulla scena del crimine il cadavere di una persona a lui vicina.

«Robert…Robert.»

Si girò a guardare la donna seduta di fronte a lui, illuminata dalle luci al neon.

«Robert…lui ti voleva bene, tu eri il suo più vecchio amico. Ti prego…promettimi che prenderai chi gli ha fatto questo.»

La guardò negli occhi. Chi avrebbe mai potuto pensare che quella donna sarebbe stata capace di ammazzare il marito? In maniera così precisa e pulita poi…no, nessuno sospetterebbe mai di lei.

Spense ciò che rimaneva della sua sigaretta nel posacenere.

« Abbiamo finito Molly, vai a casa. Riposati un po’»

« Robert…»

La donna si alzò tremolante dalla sedia.

«Verrai al suo funerale?»

«Ma certo, Molly… Ora vai a riposarti»

Sapeva che la donna voleva essere confortata, abbracciata magari, ma doveva pur mantenere un briciolo di professionalità. Si limitò ad accompagnarla alla porta e si frugò nella tasca per cercare i suoi fiammiferi. Si accese una sigaretta e aspiro a fondo. Gli saltarono alla mente le settimane appena trascorse, aveva perso il conto di tutti i suoi appostamenti. Ore e ore passate in auto vicino a quella villetta a fumare sigarette. Se ci pensava si sentiva un vero idiota. Si ritrovò a fischiettare quella dannata canzone di cui non ricordava il nome, quella che aveva sentito la sera di giovedì scorso. Erano più o meno le ventuno: l’ultimo dei suoi appostamenti.

La radio passa Bill Haley, Robert la tiene appena udibile, lo aiuta a pensare. Se ne sta seduto in auto a fumare una sigaretta dietro l’altra. La pazienza non gli è mai mancata ed è questo che lo rende così dannatamente bravo nel suo lavoro. È un uomo che sa aspettare e l’attesa ripaga sempre. Dopo pochi minuti infatti eccola lì, la signora Cambell in tutto il suo splendore. La intravede appena nel buio, ma riesce a immaginarsela alla perfezione mentre sfoggia il suo nuovo rossetto e la costosa pelliccia. Se fino a un paio di settimane prima gli avessero detto che sua moglie se la faceva con Berry Thurmer, Robert si sarebbe fatto una grossa risata, ma si sa che la vita riserva sempre delle sorprese. Il vecchio Berry sembra in forma, lo è sempre quando la povera Molly si sorbisce i suoi seminari a quattrocento miglia di distanza e lui è libero di fare quel che diavolo gli pare. Lo vede armeggiare davanti alla porta di casa con la chiave di scorta che tiene sotto lo zerbino. L’idiota non ha ancora capito che quello è il primo posto in cui la gente va a guardare se vuole entrarti in casa. Il cuore accelera, Robert si accorge di stare stritolando il volante dell’auto, deve calmare i nervi. Inspira profondamente e osserva in silenzio la coppia allontanarsi nel vialetto. Berry avrà sicuramente prenotato in qualche ristorantino di lusso per loro due. Robert aspetta una decina di minuti poi infila i guanti ed esce dall’auto. Si avvia lentamente verso la villetta, sa di avere tutto il tempo a sua disposizione. Sposta con un piede lo zerbino e sorride mentre pensa all’idiozia del vecchio Berry. Prende la chiave ed entra in casa. Perde qualche minuto per guardarsi intorno. Ha sempre invidiato un po’ i Thurmer, avevano una gran bella casa e Molly ha sempre avuto buon gusto per l’arredamento. Quell’idiota di Berry non vale un centesimo rispetto alla moglie, in fondo Robert sta facendo un favore anche a lei. Si avvia verso la camera da letto e una volta lì sprofonda nella poltrona di pelle. Tira fuori la sua calibro 22 e incomincia ad armeggiare con il silenziatore.

L’attesa è lunga, ma Robert non se ne preoccupa.

Guarda l’orologio, segna le ventitré e quindici. Finalmente sente dei rumori al piano di sotto. Robert si accorge di stare sudando sotto l’impermeabile e il battito comincia a farsi più veloce. Il solo pensiero di sua moglie che se la fa con quell’idiota, lo manda in bestia. Sono trent’anni che che va dietro alle stronzate di quello che riteneva essere suo amico e risolve i suoi casini e lui di tutta risposta si porta a letto sua moglie. Nessuno sentirà la mancanza di una canaglia del genere. Robert sente scricchiolare gli scalini che portano al secondo piano. Qualche istante dopo Berry entra in camera fischiettando. Si allenta il nodo della cravatta. Appena vede Robert ha un sussulto.

«Cristo, Bob! Ma sei impazzito? Per poco non mi fai venire un colpo. Accidenti, vuoi farmi venire un infarto?…ma che diavolo ci fai qua?»

« Hai passato una buona serata, Berry?»

« Cosa?…ma si può sapere che fai in casa mia a quest’ora della notte?»

«Berry, devi dirmi qualcosa? »

« Robert Cristo, metti via quella pistola, sei impazzito?»

«Berry, pensi che io sia un idiota? Dove sei stato questa sera?»

« Ok Bob…metti giù la pistola e parliamone da persone civili…Robert, Cristo vuoi mettere via quella…»

“1..2…3”. Tre colpi al petto. Puliti, precisi.

Il vecchio Berry cade a terra senza fare troppo rumore.

Spense la sigaretta nel posacenere. Quel pomeriggio avrebbe dovuto interrogare un certo Henry Marshal, un tale che andava a sparare al poligono con il vecchio Berry. L’idiota doveva un sacco di soldi a questo tizio per debiti di gioco o roba simile. Aveva tutti i motivi per far fuori Berry e sicuramente sapeva sparare. Non sarebbe stato difficile incastrarlo in un paio d’ore di interrogatorio. Aveva fatto un favore al mondo e sicuramente avrebbe mandato in galera qualcun altro di cui nessuno avrebbe sentito la mancanza. Il detective Robert Campbell si avviò verso la porta, fu un sollievo spegnere le luci al neon della sala degli interrogatori prima di uscire dalla stanza.

Add a comment

Related posts:

Five Ten Word Christmas Stories

Happy Christmas and Chanukah my fellow fun writers. I’m taking up Shereen Bingham’s challenge for 5 word stories around Christmas. My Christmas is delayed this year as my daughter went away for a few…

Sanctuary

Another sabbath spent, muting the impurities that will soon attempt to ravage this heart as they would any other I anxiously watched your clock’s hand rotate, an admission that still reduces me to…

Frontera

La pandemia del coronavirus ha traído una impresionante cantidad de consecuencias, y aunque algunas son buenas como la convivencia familiar, valorar nuestras vidas, tener tiempo a solas con nosotros…